lunes, 17 de diciembre de 2007

Pinocchio

Pinocchio nelle Ande

Pag. 2
C’era una volta una bambina chiamata Dionisia che abitava in un piccolo paesino montuoso al nord dell’Argentina dove faceva molto ma molto freddo. D’inverno, a volte, si vedevano le montegne delle Ande coperte di neve. IL Vento Bianco non lasciava vedere niente e si doveva chiudere molto bene le porte e le finestre della piccola casa dove abitava Dionisia con i suoi genitori, due fratelli: Giovanni e Pietro, e la sua nonnina Rosa. Dentro, al calore del fuoco, la mamma e la nonna tessevano berreti da montagna, guanti, sciarpe e calze. Tutto fatto con lana di pecora e di lama che Dionisia e sua nonna vendevano alla stazione ferroviaria.
Mentre nella pentola si ascoltava il blu blu blu della zuppa che bolleva, un profumino si spargeva per tutta la casa. Era l’ora che il babbo e i fratelli tornavano a casa dopo aver badato alle pecore e alle lame. Dionisia aveva finito i compiti della scuola, frequentava la prima elementare e già leggeva qualcosa.

PAGINA 2:
Piccolo paesino montuoso: paesino (se è piccolo è già un paesino) di montagna.
Si doveva: si dovevano chiudere. (porte e finestre).
Due fratelli: con due fratelli.
E la sua nonnina : la loro (è di Dionisia e dei fratelli).
Tessevano berretti da montagna: facevano a maglia berretti (tessere non si usa in questi casi, non li facevano con il telaio).
Nella pentola: dalla pentola.
Si ascoltava…..della zuppa…. un profumino per tutta la casa: si sentiva…..(ascoltare è con attenzione) …..della minestra.
Il blu, blu, blu : Non è il colore: l’onomatopea :blubb, blubb, blubb.
Era l’ora che: in cui o nella quale.
Dopo aver badato …..alle lame: ai lama. ( L’animale è: il lama / i lama. Si usa al maschile ed è invariabile) Le lame sono quelle dei coltelli, delle forbici ecc.)
Già leggeva qualcosa: ormai era in grado di leggere un pò, qualcosa.

PAGINA 4:
Come al solito, la nipote e sua nonna sono andate alla stazione a vendere i loro tessuti all’arrivo del treno. Una bella signora di brillanti occhi azzurri, tanto quanto il cielo del paese, vestita con una ampia giacca rossa, pantaloni e stivali neri le aveva comprato quasi tutto.
All’improvviso si ascoltò il fischio piiiiiiiii e di seguito, lentamente con il suo chuf,chuf, chuf , il treno cominciò a muoversi..
La signora corse verso il treno e salì di un salto senza rendersi conto che dal suo zaino era caduto un pacco.
Dionisia lo alzò e corse verso il treno già in movimento. Allora vide la signora che dal finestrino, segnalandola, diceva “per te….per te”.
La nonna aspettava la bambina e insieme tornarono con una grande curiosità per vedere cosa aveva quel pacco avvolto con una carta brillante di colore rosso, verde e bianco.
Quando arrivarono a casa raccontarono ciò che era suceso per sorpresa di tutti e mentre la carta cigolava, cosa credete che trovarono dentro?

CORRECCIONES PÁG. 4
Sono andate: andarono.
Tessuti: ¿Sus telas? I loro lavori di lana, fatti a maglia..
Una bella signora di: Una……..dai brillanti occhi. (Qui va la preposizione da).
Tanto quanto: o è tanto o è quanto . Quanto il cielo. Se si volevano usare le due parole si doveva scrivere: tanto azzurri quanto il cielo.
Vestita con: che indossava.
Una ampia giacca: Un’ampia. (Davanti a vocale si usa l’apostrofo). (Giacca non è campera).
Le aveva comprato…: Gli: alla nonna e a Dionisia. Le è soltanto per la 3º persona femminile singolare.
Di seguito: Dopo, subito dopo. Di seguito si usa, per es: “Come devo scrivere? Di seguito”. Parlò per tre ore di seguito.
Chuf, chuf, chuf: ciuf, ciuf, ciuf (le onomatopee di solito vanno in corsivo). Male la trascrizione in italiano.
La signora corse verso il treno: gli corse dietro( meglio usare il pronome indiretto, è già scritta la parola treno).
E salì: e ci salì. (Meglio usare la particella pronominale di luogo ci o vi).
Senza rendersi: senza rendersene conto che dal suo zaino le era caduto….
Segnalandola: additandola. Questo verbo vuol dire indicare qualcosa o qualcuno con il dito, ed è appunto quello che fa la signora).
Insieme tornarono: tornarono insieme.
Cosa aveva quel pacco: Cosa c’era nel pacco. / in quel pacco.
La carta cigolava: frusciava. (Cigolare si usa soprattutto per qualcosa arrugginita o meccanica).


PAGINA 6
C’erano due cose: un sacchetto che diceva “Biscottini di Prato” e conteneva degli strani biscotti e anche una scatola che tutti volevano aprire.
Allora il babbo disse: “Che lo apra Dionisia”. Questo ha fatto la bambina e, sapete cosa c’era dentro? Un bel pupazzo di legno! Con un lungo naso e dipinto con brillanti colori.
Gli occhi di Dionisia si aprirono grandi grandi ed esclamò:-“Ah! È il Pertè”, sì, così si chiama perchè la signora me lo disse.
E tutti mangiarono i biscotti. Siccome erano un pò duri e la nonna Rosa aveva pocchi denti, risolvette il problema inzuppandoli dentro la sua tazza di mate. Erano così buoni che qualcosa si doveva fare..!
La nonna cominciò a tessere robe nuove per il pupazzo. Si, per quel posto così freddo aveva bisogno di una cuffia, un “poncho” e delle calze, tutto di lana.

C’erano: Ce n’erano…
Che lo: che la (è la scatola).
E conteneva: Con dentro
E anche: e inoltre.
Allora il babbo disse: Che lo apra Dionisia: “Aprila tu, Dionisia”.
Questo ha fatto ……fece
Un bel pupazzo……con un lungo naso: Un bel burattino (Pinocchio è un burattino) dal lungo naso.
Si aprirono grandi grandi: si spalancarono.(perché non usare questo verbo?).
Perchè: perché (è un’e chiusa).
Così si chiama perchè me lo disse la signora: si chiama così perché me l’ha detto la signora. (Meglio il passato prossimo perché gliel’ha detto due minuti fa).
E la nonna Rosa : e nonna Rosa (porta il nome).
Dentro la sua…..nella tazza: li inzuppò nel mate (le parole straniere vanno in corsivo).
Qualcosa si doveva fare: si doveva fare qualcosa.
La nonna cominciò a tessere robe nuove per il pupazzo.: cominciò a fare dei vestitini nuovi per il burattino.
Si : Sì!. ( Senza l’accento è pronome personale).
Un “poncho”,e delle calze: Di un poncho e di calzini. (non si usano le virgolette con parole straniere).

PAGINA 8:
La mamma chiese ai fratellini di fare una culla e, sapete con che cosa l’hanno costruita? Con legno di “cardón”, quello che ha piccoli bucchi. Lei le cucì le lenzuola, le coperte e il cuscino. Così il “Pertè” potè dormire ben caldo.
Un giorno che Dionisia era a scuola, la maestra tirò fuori da un sacchetto un pacco e domandò: -“sapete cosa ho qui?” Molti bambini indovinarono: un libro di racconti. Si, era un bel libro. Sulla copertina si vedeva un pupazzo di legno che Dionisia subito riconobbe: -“È il Pertè” disse lei e la maestra rispose: -“No, Dionisia. Non si chiama così. Vediamo se puoi leggere il nome”.
Dionisia scandì lentamente “Pi-noc-chio. Pinocchio! Si chiama Pinocchio.
Dopo la maestra raccontò agli alunni le sue avventure.
Dionisia tornò a casa saltando e ripetendo:-“Pi-noc-chio! Pi-noc-chio!” E annunciò a tutti il vero nome del pupazzo.
Da quel momento sucessero molte cose strane: Dionisia si alzava e diceva che Pinocchio le aveva raccontato che in Italia, un “posto lontano”, nel mese di gennaio si celebrava la Befana, che è una vecchietta che lasciava i dolci dentro le calze ai bambini che si erano comportati bene, altrimenti, gli lasciava un pezzo di carbone!

La mamma chiese ai fratellini di fare una culla….: La mamma chiese ai fratelli che gli facessero (gli: a Pinocchio, facessero imperfetto del congiuntivo)un lettino, e sapete di cosa lo fecero? (la preposizione di indica il materiale)
Con legno di “cardón”: di cardón. (Non vanno le virgolette con parole straniere. Bisogna usare il corsivo).
Lei le… . Lei gli (a Pinocchio). (pronome indiretto maschile).
E il cuscino: Ed il cuscino. ( Davanti a vocale meglio aggiungere una D).
Un giorno che : in cui.
Si: sì.( è affermazione). (Si senza l’accento è il pronome di 3º persona).
Un pupazzo: un burattino.
Subito riconobbe: riconobbe subito.
È: E’(L’accento dell’E è come se fosse un apostrofo.)
.Scandì: sillabò. Da quel momento: Da quel momento in poi.
“un posto lontano”: un luogo lontano.
Si celebrava: si celebra (in presente dell’indicativo).
Che è una vecchietta che lasciava……..che si erano comportati bene…..: una vecchietta che lascia i dolci dentro le calze dei bambini che sono stati buoni, altrimenti gli lascia un pezzo di carbone.

PAGINA 10:
La sua famiglia la ascoltava in silenzio, soltando la nonna le faceva qualche domanda.
Un altro giorno, la bambina disse che Pinocchio le aveva raccontato la festa del grillo…dove i bambini fanno piccole gabbie per questi insetti…
Allora Dionisia decise di raccontargli, a sua volta, storie del posto: gli parlò di Coquena e di come badava i greggi di vicogne…
Anche gli insegnò la poesia “Il Diavoletto”: quell’uomo di statura molto bassa che fa birricchinate nelle case.
Un altro giorno gli narrò come si riunivano nella “Salamanca” i diavoli, le streghe e altri “animali brutti”.
Passò il tempo. Dionisia era già una ragazza. Aveva imparato a tessere nel telaio e faceva bellissimi arazzi che si vendevano a buon prezzo.
Con gli altri artigiani formarono un gruppo conosciuto per i paesaggi colorati dei loro lavori. Così furono invitati a Firenze, Italia. Dionisia andò con Pinocchio, ricordo della sua infanzia al quale attribuiva la sua buona fortuna. Ancora vestito con le robe tessute dalla nonna tanto tempo prima…

La ascoltava; l’ascoltava. (Davanti a vocale va l’apostrofo).
Le aveva raccontato la festa del grillo dove: la Festa del Grillo (con maiuscola)nella quale / …..in cui i bambini …..
Di Coquena: di Coquena. (in corsivo)
Quell’uomo di statura molto bassa: quell’uomo basso,basso/ bassetto
“Il Diavoletto” Per prima cosa un duende è uno gnomo oppure un folletto) .EL Duende (le parole straniere vanno in corsivo ,inoltre il titolo della poesia non si traduce).
Narrò: raccontò. (Narrare, anche se è una voce equivalente a “raccontare”, si riferisce ad avvenimenti importanti, storici: narrare la storia del paese. Raccontare è più familiare).
“Salamanca”: Salamanca (Senza virgolette, un’altra parola straniera).
Passò il tempo: Passarono gli anni.
Dionisia era già una ragazza: era diventata…(Perché non usare questo bellissimo verbo che rende l’idea di un cambiamento fisico o di stato?).
Aveva imparato a tessere nel telaio: aveva imparato a tessere. (Si sottintende che quando si tesse è con telaio a mano o maccanico).
Arazzi: tappeti (Gli arazzi sono di seta, invece questi sono di lana, un pò rozzi, grezzi)
A buon prezzo: si vendevano bene.
Conosciuto per i paesaggi colorati: per i variopinti paesaggi.
Dionisia andò …..Ci andò (particella pronominale di luogo, lì).
Con le robe tessute: con i vestitini fatti…..


PAGINA 12:
Dionisia esponeva i suoi arrazzi e pensò che se metteva alla vista di tutti il suo caro Pinocchio avrebbe attirato più l’attenzione delle persone. E così fu: un attimo dopo…una bambina dagli occhi azzurri come il cielo dal suo lontano paese, era meravigliata observando Pinocchio. Mentre, sua nonna guardava e toccava gli arrrazzi perchè non sapeva quale scegliere; le piacevano quasi tutti. Finalmente si decise e ne comprò uno che aveva un gregge di lame, montagne e “cardones”. Era bellissimo!
La bambina continuava come ipnotizzata a osservare il pupazzo. Voleva comprarlo però non era in vendita. Infine Dionisia lo prese tra le sue mani, gli diede un bacio come chi si allontanava dall’infanzia e lo regalò alla bambina.
Vide come lei se ne andava via felice con il suo Pinocchio e vide se stessa a quell’età, lontano, nel paese di cielo così azzurro…
La bambina e sua nonna tornarono a casa eraccontarono ciò che era suceso. La mamma prese Pinocchio, lo guardò con attenzione e, che sorpresa! Aveva la punta del naso dipinto con un altro colore simile, era smalto per unghie. Lei aveva fatto quello sul treno, poco prima di perdere il pacco. Non lo poteva credere. Era lo stesso Pinocchio! E lo aveva sua figlia!

Pensò che se metteva alla vista di tutti…….delle persone: Dionisia stava esponendo i suoi tappeti e le venne in mente di mettere alla vista il suo caro Pinocchio per attirare l’attenzione di tutti. (Se le ocurrió: le venne in mente di…)
E così fu : e fu così.
Come il cielo dal : come il cielo del suo.
Era meravigliata observando Pinocchio: osservava meravigliata Pinocchio.
Mentre: Intanto.
Toccava gli arazzi: toccava i tappeti.
Perchè: perché.
Lame : lama.
« Cardones » : Cardones : non va tra virgolette.
Si allontanava: si allontana.
La bambina continuava a…..pupazzo : La bambina continuava ad osservare il burattino come ipnotizzata.
Infine:Finalmente.
Come chi si allontanava: come chi si allontana.
Lo ragalò alla bambina : glielo regalò. (La parola bambina è già scritta )
Vide come se ne andava via: Se ne andava. (si usa andare via o andarsene, se ad andarsene si aggiunge via, può essere con rabbia).
Vide se stessa : vide sé stessa (il pronome personale porta l’accento).
Di cielo così… : dal cielo così azzurro…
E lo aveva: e ce l’aveva….
La punta del naso dipinto con: dipinta di (è la punta dipinta, non il naso)
E lo aveva: e ce l’aveva…..

PAGINA 14:

Andò a cercare Dionisia, però lei se ne era già andata con i suoi compagni verso casa.
Prima aveva comprato un bel pacco di quei biscotti che tanto piacevano a sua nonna e che venivano con Pinocchio. Ne tirò fuori uno e uhmm! Che profumino!! Lo mangiò lentamente. Che sorpresa per nonna Rosa!.
Ah! Mi dimenticavo di raccontarvi che quando la bambina andava con il suo Pinocchio nelle braccia credette che pioveva perchè aveva alcune goccie sulla faccia. No, non pioveva. Pinocchio stava piangendo! Non sappiamo con sicurezza perchè piangeva….Era di tristezza per aver detto addio a Dionisia? O era di allegria per essere tornato alla sua Firenze?..I credo che era per tutti e due i motivi.
Dionisia tornò a casa felice perchè aveva lasciato Pinocchio con una bambina che avrebbe avuto cura di lui come lei lo aveva fatto prima e perchè quello era il suo posto.Sicuramente.
E così come finiscono i racconto diciamo: “Colorìn colorado” Pinocchio ne rimase molto contento.

Se ne era già antata verso casa: ma se n’ era già andata.
Che tanto piacevano: che erano tanto piaciuti ( li ha mangiati soltando una volta).
La bambina andava ….nelle braccia: camminava…. in braccio
Credette che pioveva: credette che piovesse. Da vedere l’uso del congiuntivo.
Goccie : Gocce. ( La parola goccia al plurale perde l’i ).
Sapiamo con sicurezza perchè piangeva: sappiamo con certezza (sicurezza non si usa in questo senso) perché ( di nuovo l’accento) piangesse.( Uso del congiuntivo)
Io credo che era….credo che fosse. I verbi che indicano dubbio o incertezza vogliono il congiuntivo.
Perchè: di nuovo mal scritto.
Che avrebbe avuto cura di lui………..lo aveva fatto prima: che si sarebbe occupata di lui come lei se ne era occupata
Colorìn Colorado: colorín: Non esiste in italiano. Si potrebbe usare: E vissero felici e contenti e a me non dettero niente. Oppure: E così e qui finisce la storia .

DA RIVEDERE INOLTRE LA PUNTEGGIATURA. CI SONO TROPPI PUNTI A CAPO.



C’era una volta una bambina chiamata Dionisia che abitava in un paesino di montagna al nord dell’Argentina dove faceva tanto freddo. Ogni tanto, d’inverno, si vedevano le Ande coperte di neve. Il Vento Bianco non lasciava vedere niente e si dovevano chiudere molto bene le porte e le finestre della piccola casa (casetta) dove abitava con i suoi genitori, con i fratelli Giovanni e Pietro e con la loro nonna Rosa. Dentro, al calore del fuoco, la mamma e la nonna facevano a maglia berretti, guanti, sciarpe e calzettoni con lana di pecora e di lama. Dionisia e la nonna li vendevano alla stazione ferroviaria.
Intanto dalla pentola si sentiva (veniva su) il blup, blup, blup della minestra che bolliva. Il profumino si spargeva dappertutto. Era l’ora in cui il babbo ed i fratelli tornavano a casa dopo aver fatto pascolare le pecore ed i lama. A casa, Dionisia aveva giàfinato di fare i compiti.: frequentava la prima elementare ed era già in grado di leggere un pò. (p.2)

Un giorno, come al solito, nonna e nipote andarono alla stazione per vendere i loro lavori di lana ( tessuti son telas) all’ arrivo del treno. Una bella signora dai brillanti occhi blu ( C’è la canzone che dice Lisa dagli occhi blu….), quanto il cielo del posto, che indossava un giubbotto rosso e largo, dei pantaloni ( un paio di), e degli stivali( stivaleti) non si vedono ) gli comprò queso tutto.
All’improvviso si ascoltò un fischio piiiiiiiii e subito (un attimo) dopo, lentamente (piano, piano, con il suo ciuf, ciuf, ciuf, il treno cominciò a muoversi.
La signora gli corse dietro e saltando riuscì a prenderlo senza rendersi conto che dallo zaino (le) era caduto un pacco.
Dionisia lo alzò e cercò di darglielo. Il treno era già in movimento. Vide la signora che dal finestrino la additava dicendole “per te….per te”.
La nonna aspettava la bambina e tornarono insieme con una gran curiosita di vedere che c’era dentro quel pacco incartato di verde, bianco e rosso.
Appena arrivate a casa raccontarono ciò che era accaduto (successo), lo aprirono facendo frusciare la carta. Mentre raccontavano ciò che era successo,aprirono il pacco facendo frusciare la carta. E cosa credete che vi trovarono? (pag 4)


Ce ‘nerano (c’erano) due cose: Un sacchetto con la scritta “Biscottini di Prato” con degli strani? Biscotti e una scatola che tutti volevano aprire.
Allora il babbo disse: “Dai, Dionisia, aprilo” . Lei lo aprì e sapete che c’era dentro? Un bel burattino dal lungo naso dipinto di colori brillante!
Dionisia spalancò gli occhi ed esclñamò: “Ah, è il “Per te”, sí, si Chiapa così, me l`ha detto la signora.!”
Tutti mangiarono i biscotti. Erano così buoni! Ma iccome erano un pò duri nonna Rosa, che aveva pochi denti, decise di fare qualcosa e li inzuppò nel mate,
In quei giorni, dopo un pò, la nonna cominciò a fare a maglia dei vestitini per il burattino. Sí, per quel posto così freddo aveva bisogno di un berretto, di un “poncho” e di calzini di lana. (pag 6)

Intanto la mamma chiese ai fratellini(di Dionisia) di fargli un lettino, e sapete di cosa gliel’hanno fatto? Di legno di “cardón”, quello dai piccoli buchi. Lei gli cucì le lenzuola, le coperte ed il cuscino. Così il « Per te » potè dormire ben caldo.
Un giorno in cui Dionisia era a scuola, la maestra tirò fuori da una busta (sacchetto) un pacco e domandò: “Sapete che cosa ho qui?” Mopti bambini indovinarono: un libro di racconto. Sí, era un bel libro. Sulla copertina c’era un burattino che Dionisia riconobbe subito. “ E’ il “Per te”!” disse, ma la maestra rispose: -“No, Dionisia. Non si Chiapa così, Vediamo se puoi leggere il nome da sola ».
Dionisia lo ? sillabò lentamente : « Pi-noc-chio ». Pinocchio! Si Chiama Pinocchio”. Dopo la maestra raccontò agli alunni le sue avventure.
Dionisia tornò a casa saltando e ripetendo: “Pi-noc-chio!, Pi-n-occhio”! Ed annunciò a tutti il vero nome del burattino.
Da quel giorno in poi cominciarono a sucederé molte cose strane: Dionisia si alzava (Appena alzata) raccontavache Pinocchio le aveva raccontato che in Italia, un “posto” lontano, in gennaio si celebrava la Befana, una vecchietta che lasciava i dolci nelle calze dei bambini buoni, invece ai cattivi gli lasciava un pezzo di carbone! (pag.8)

La sua famiglia l’ascoltava in silenzio, soltando la nonna le faceta qualche domanda.
Un alatro giorno (la bambina) disse che Pinocchio le aveva parlado della festa del grillo….nella quale i bambini fanno delle piccole gabbie per questi insetti…..
Quindi Dionisia decise di raccontargli, a sua volta, alcune storie regionali: gli parlò di Coquena e di come portava a pascolare i greggi di vigogne……
Gli insegnò pure la poesia El Duende (lo Gnomo): quel nanetto che fa biricchinate nelle case.
Un altro giorno gli raccontò che i diavoli, le streghe ed altri animalucci (brutte bestie) si riunivano nella Salamanca.
Passarono gli anni e Dionisia era già diventata ragazza. Aveva imparato a tessere .Faceva dei bellissimi tappeti che dopo li vendeva abuon mercato. Lavorava insieme a un gruppo di artigiani noto per i variopinti paesaggi dei loro lavori. Fu così che li invitarono ad esporli a Firenze, Italia. Dionisia ci andò con portandosi il Pinocchio, ricordo della sua infanzia, al quale attribuiva la sua buona fortuna. Indossava ancora i vestitini fatti dalla nonna tanti anni fa.!(pag.10)